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Last.fm, basta streaming in Italia

Eh sì, è cosa nota da tempo, ma ora la data del taglio è vicina — martedì 15 gennaio 2013. Non riguarda solo l’Italia, ma un bel numero di posti. Con un po’ di tempo ritrovato durante le feste, ho  buttato giù il mio tema sull’argomento (in inglese).

C’è da dire qualcosa di speciale per noi? Non so, ricordo di aver visto al volo su uno dei forum di Last.fm che il traffico dall’Italia da ultimo pesava lo 0.6%. Senza alcun ragionamento: è un numero che parla da solo. Però, in realtà una cosa l’ho pensata, poco piacevole pure. Non vorrei darle grande enfasi dato che trarre conclusioni da questa storia ovviamente non ha senso. Poi, come ho scritto più volte nel post, ci sono diversi altri servizi che stanno spingendo sulla musica in streaming. Detto questo, non è bello finire nel listone di quelli non più rilevanti. Intendo: di solito, il giro è a crescere: a oggi non abbiamo ancora il servizio x, e magari c’è pure qualche azienda italiana che prova come è giusto a riempire lo spazio, ma a un certo punto arriva, e via così. Il divide si sente in ingresso, per così dire. Questo invece nel suo piccolo è un divide di ritorno, in uscita. Mi auguro che resti un caso molto isolato.

TV digitale terrestre, spettatori, utenti e persone

Update (17-5-2010): oggi prime time 😉 su Infoservi per una versione un poco rivista di questo post, passata e titolata come si deve.

A giorni anche in Lombardia inizia lo switch-over (RAI2 e Rete4 sul digitale, poi dopo l’estate tutto il resto). Mentre scrivo a Milano si stanno chiudendo i lavori della quinta conferenza nazionale sul digitale terrestre (vedi la copertura stampa); qui si discute dal punto di vista dell’industria (sopra ogni cosa, la concorrenza tra Sky e Mediaset, dove ci sono i soldi veri e la tensione si taglia con il coltello), ma poi ci sono le persone là fuori. La scorsa settimana ho messo i miei 2 cent sulla cosa con un intervento a Trento per il convegno sul digitale terrestre promosso da Provincia Autonoma e Trentino In Rete in collaborazione con Create-Net (con cui ho già collaborato in passato) — un’iniziativa diversa, legata al territorio, ma a cui hanno aderito diversi protagonisti nazionali, tra cui Mediaset, RAI e la stessa DGTVi che ha organizzato la conferenza di Milano.

Dato che a Trento si invitava a ragionare su “sfide e opportunità”, ho proposto di ripartire appunto dalle persone — niente prediche eh: il mio punto è che espressioni come spettatori (audience) e utenti (users) si portano dietro una quantità di assunzioni che esprimono appunto la prospettiva dell’industria e delle tecnologie, molto meno quella delle persone (direi people) — sia nei media sia nell’ICT. Non so bene come fare a mettere qui la presentazione in modo che si capisca: in gran parte sono immagini, o citazioni molto brevi e così via. Incollo qui il video che ho mostrato alla fine. E’ un virale quasi “vecchio” (2008) fatto in un talkshow Fox per il passaggio al digitale negli Stati Uniti — da vedere per i primi 3 minuti e rotti (in totale ne dura circa 5).

Mae Laborde accepts her Hulu Award – Watch more Funny Videos

Cerchiare i programmi sull’EPG

Photo credit: Finding Love, Then by jonesing1 CC License

My Dad stopped getting his major city daily when they shitcanned the TV guide. He’s 87. I tried to explain the guide on TV. But he can’t circle his programs in red pen on it so it’s useless to him.

Un segno o un prememoria con un pennarello rosso. In un commento visto in giro si racconta di un saggio ottuagenario che ha cancellato l’abbonamento al giornale locale dopo che quest’ultimo ha eliminato la guida TV dalle proprie pagine. Come usava la guida? Cerchiando o segnando immagino le cose di interesse. Difficile fare la stessa cosa con un EPG. Certo, se ne fanno altre. Ma non con la stessa immediatezza e universale facilità d’uso. Tutta la storiella nel post in inglese.

La TV si è rotta

Per una volta rimando da qui al post in inglese (non solo perché tradurre è noioso…) con un mezzo commento.

Il tema: la crisi dei modelli di servizio e di interazione (o consumo) della TV, visti nella sintesi notevolissima di un ricercatore finlandese di stanza negli Stati Uniti. Lettura molto interessante, specie nel giorno in cui su Friendfeed è stata rilanciata la news del Guardian sul sorpasso degli investimenti per la pubblicità via Internet a danno di quelli per la TV (dettagli volanti per capire: si parla dei primi sei mesi dell’anno, fonte IAB UK).